Ne ho fatte di tutti i colori by Oliviero Toscani

Ne ho fatte di tutti i colori by Oliviero Toscani

autore:Oliviero Toscani [Toscani, Oliviero]
La lingua: ita
Format: epub
editore: La nave di Teseo
pubblicato: 2022-02-13T12:17:44+00:00


Razza top

“Elle” aveva una personalità fortissima. Fondi bianchi, pulizia, disciplina della tipografia, chiarezza dei significati. Ed era così grazie all’influsso che Zurigo aveva esercitato su Knapp e su di me. La moda di “Elle”, insomma, non era quella di “Vogue”: era più accessibile, era quella delle ragazze che potevi conoscere nella vita reale. Si sperimentava e si fotografavano ragazze nuove, come dicevo, mentre a “Vogue” si preferivano modelle professioniste.

David Bailey è un collega e amico, con cui rido ancora oggi come un ragazzino. Quando abbiamo iniziato a realizzare le foto di moda, le indossatrici sembravano fatte per lo scià di Persia, corpicini e visini di porcellana che se li sfioravi si crepavano. A noi, le ragazze dei rotocalchi non trasmettevano nulla, né dal punto di vista artistico né da quello sessuale. Volevamo destrutturare tutta quella robina pulita, tutta quella robaccia farlocca. Terence Donovan lavorava nello stesso modo per la rivista inglese “Nova”.

Abbiamo iniziato a fotografare le ragazze normali, quelle che ci piacevano, quelle che indossavano blue jeans e minigonne. Proprio questo desiderio di normalità mi ha ispirato Razza umana, un progetto infinito e megalomane tipo il Never ending tour di Bob Dylan. L’ho inaugurato quindici anni fa. Il set di Razza umana viene allestito in una piazza e il casting è situazionistico: è il destino a decidere chi passerà in quel posto in quel determinato giorno. E questo è comunque un modo di scegliere. Ed ecco una miriade di foto di gente sconosciuta, appartenente a ogni tipologia umana immaginabile, di tutti i paesi, le età, le etnie, le culture, le corporature. Gente che guarda in camera con le spalle al muro. È il lavoro più interessante che abbia mai fatto. Spesso si dice che la fotografia rubi l’anima e in effetti, come dicevo, se guardi bene le espressioni delle top model alla loro ventisettesima copertina... Quando invece fotografi uno per la prima volta, magari un miserabile, lui si chiede perché diavolo è stato scelto, e allora i suoi occhi trasmettono una magia.

Una modella si fa guardare, mentre i personaggi di Razza Umana ti guardano. Togliere tutto l’artificio, i virtuosismi, gli stereotipi più o meno consapevoli dell’estetica fotografica. Basta un fondale bianco, non importa dove fotografi. Il soggetto deve essere fissato, guardato intensamente, e immobilizzato dallo sguardo. Non è lui che deve posare: è il fotografo che deve trattenere il suo respiro per fare il vuoto nel tempo e nel corpo. I visi sono complessi da fotografare, c’è solo un istante in cui si può cogliere l’essere, più banale o più mascherato, mostrando la sua vera identità segreta.

La gioia di fotografare è un’allegria oggettiva. Chi non ha mai fotografato seriamente non ha mai provato questo trasporto oggettivo dell’immagine, magari di mattina, in una città straniera, o in un deserto, o in mezzo alla folla, e non capirà mai niente della delicatezza delle cose che generalmente vengono considerate brutte. La fotografia è come un esorcismo. La società primitiva aveva le maschere, l’aristocrazia i suoi specchi, la borghesia i suoi quadri. Noi nuovi artisti, oggi, abbiamo la fotografia.



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